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L'Associazione

Intervista a Silvano Orlandi: la mia vita per gli altri

06/04/2015, Marino Barsotti


Silvano Orlandi è stato il fondatore del CESVIUM ed ha dedicato allo sviluppo dell'Associazione e al volontariato gran parte della propria vita. 

 

D: Che cosa ti ha spinto a donare una così gran parte della tua vita al volontariato?

R: Dopo aver lavorato in banca per alcuni anni durante i quali mi sono laureato ho dato le dimissioni ed ho insegnato alle scuole superiori. Poi ho fatto una esperienza in politica che ho abbandonato dopo la prima esperienza come consigliere ed assessore al comune di Viareggio, nel frattempo ho fatto il commercialista e molte altre cose,fra cui impegnarmi in una società di commercio internazionale e di costruzioni. Ho avuto molta fortuna ed allora, poiché avevo sempre pensato che bisogna lavorare per vivere ma non vivere solo per lavorare e guadagnare, mi sono liberato di tutti gli impegni e mi sono dedicato al volontariato. Sono stato presidente di MANI TESE   per cinque anni e dopo ho creato questa associazione ( CESVIUM )  per fare qualcosa per il terzo mondo. Ho sempre pensato che questo mondo fosse troppo squilibrato,tra chi ancora muore  di fame e di povertà ed una piccola parte che moltiplica sempre di più i suoi bisogni ed i suoi sprechi (vedi il disegno della distribuzione della ricchezza). Mi ero anche accorto che di solito i poveri, quando avevano il minimo, erano più felici di quelli che avevano il superfluo.

 

D: Come sei riuscito a conciliare la professione, la vita privata e la tua intensa attività di volontariato?

R: E' stato un inizio graduale. Da principio lavorando la sera, nei giorni festivi, durante le vacanze ecc. Infine la decisione drastica di dedicarmi interamente al volontariato e abbandonando tutti gli affari.  Poi ho avuto la fortuna di trovare degli ottimi amici che mi hanno aiutato (come Don Rolando Menesini ed il Dr. Francesco Andres)  accompagnandomi spesso anche nei miei viaggi.

A questi ed a tutti gli altri che hanno sostenuto in qualunque modo l'associazione debbo un ringraziamento caloroso. Senza il loro appoggio non avrei potuto realizzare nulla.

 

D: Quante missioni avete compiuto in questi anni?

R. Abbiamo cominciato lavorando in Bolivia in appoggio ai progetti di Padre Tarcisio, in Africa (Benin, Costa d'Avorio, Burkina Faso ecc.) ma in seguito abbiamo preferito concentrare i nostri interventi per migliorarli come qualità, semplificandoli. Non volevamo allargare i nostri interventi a troppi Paesi per contenere le spese e soprattutto migliorare la conoscenza degli usi, costumi, modi di pensare ecc. in modo da utilizzare nel modo migliore i contributi che tanti amici avevano cominciato ad assicurarci. La nostra associazione doveva restare piccola ma di volontari al 100 per cento. Nessuno di noi dirigenti ha mai preso un solo euro di retribuzione ed anzi abbiamo spesso rinunciato anche ai rimborsi spese. Tutto quello che riceviamo dovrà essere investito nei progetti, senza detrazioni.

Poi abbiamo deciso di ridurre gli sforzi per interventi solo di beneficienza ed aumentare sempre di più quelli diretti allo sviluppo secondo il motto “non dare sempre pesci per mangiare ma insegnare a pescare!”

Volendo sempre aiutare “gli ultimi” abbiamo sempre più concentrato i nostri sforzi verso il Burkina Faso perché era l'ultimo di tutti i Paesi secondo l'indice di sviluppo umano dell'ONU. All'interno del Burkina abbiamo scelto la provincia più arretrata:  Namentenga.

 

D: Quali sono stati i campi più interessati dai progetti di Cesvium (CEntro SVIluppo UMano)?

R: In generale si comincia dall'acqua potabile (pozzi tradizionali o forages a grande profondità)  poi si pensa alla scuola elementare ( che all'inizio è troppo difficile perché è in francese allora occorre un asilo per cominciare a preparare i bambini). La scuola elementare è di sei anni ma di solito nei villaggi si comincia con sole tre aule e tre maestri per cui un anno ci sono la prima, la terza e la quinta e l'anno successivo la seconda, la quarta e la sesta. Poi si costruiscono altre tre aule e con altri tre maestri si “normalizza” la scuola. Ora stiamo aspettando l'autorizzazione per costruire quattro aule per la scuola secondaria. Dopo la scuola si pensa alla salute: Dispensario con maternità, alloggi per infermieri e ostetrica, farmacia ecc ecc. In questo modo le donne incinta possono visitarsi regolarmente ed evitare che una qualche complicazione al momento del parto possa mettere in pericolo la vita di mamma e nascituro.

 

D: Quali i maggiori problemi incontrati dal punto di vista tecnologico, operativo ed ambientale?

R: I problemi sono continui ed innumerevoli però quando c'è la coscienza di fare tutto il possibile, anche se si può incorrere in errore, si può sempre rimboccarci le maniche e ripartire. Il clima spesso ostico  e soprattutto l'arretratezza tecnologica ed ambientale rendono difficile il nostro lavoro. Gli usi, i costumi, le tradizioni sono talmente distanti dalle nostre che ogni volta scopriamo qualcosa di nuovo. Naturalmente occorre molta pazienza delicatezza per evitare qualunque fraintendimento. Avendo poi scelto di lavorare nel punto più arretrato che esista, siamo alle prese con la mancanza di strade, di elettricità, di servizi pubblici ecc. Nei primi anni quasi nessuno conosceva il francese e quando il sindaco voleva parlare con noi doveva chiamare un ragazzetto che gli facesse da interprete. Ora le cose stanno cambiando ma essendo partiti dagli asili prima di poter avere una classe dirigente evoluta ci vorranno ancora diversi anni.

 

D: Quali le rinunzie più pesanti?

R: Quando una cosa si fa con passione non ci sono rinunzie pesanti.  L'unica cosa che dispiace è di non poter fare tutto quello che sarebbe necessario per risollevare le sorti di quella gente.

Una delle cause di guerre e di ribellioni armate è l'estrema disuguaglianza tra troppo ricchi da una parte e morti di fame dall'altra; anche le epidemie, come quella recente dell'EBOLA, sarebbero evitabili o ridotte al minimo, se solo in quei paesi ci fosse un sistema sanitario minimamente funzionale.

Quando penso all'avvenire dei miei figli credo che quello che stiamo facendo sia anche a loro favore anche se, purtroppo, è come una sola goccia rispetto al mare dei bisogni... Ma se tutti facessero qualcosa!

 

D: Quali le cose sulle quali bisogna, e con maggiore urgenza,  ancora intervenire?

R: Oltre alle opere indicate sopra, sarebbe urgente migliorare la situazione igienica con la costruzione di latrine ed aumentare il numero dei medici. Purtroppo molti dei neo laureati in medicina emigrano subito in Europa o in America e quasi tutti i dispensari sono in mano ad infermieri che hanno avuto solo una istruzione, piuttosto superficiale, di due soli anni.

 

D: Qualche rammarico o nostalgia?

R: Solo quello di non poter fare di più.

 

D: Quale, in conclusione, il bilancio di questa meritoria e, crediamo, gratificante esperienza?

R: Personalmente lo considero estremamente positivo. Di tutte le esperienze che ho fatto nella mia vita il volontariato è quello che non mi ha mai stancato. Sono sicuro che per il resto della mia vita, che sia breve o lungo, cercherò sempre di fare il possibile per aiutare gli ultimi di questo mondo squilibrato.  Con poco si può fare molto ed i vantaggi saranno a favore di tutti, anche dei nostri figli e nipoti.